Se si cerca il significato della parola informazione tra le varie che si possono trovare, abbiamo:
“La trasmissione e ricezione di messaggi relativi a notizie o nozioni ritenute utili o addirittura indispensabili per l’individuo o la società.“
Nel corso dell’ultimo mese, se si esclude la vicenda palestinese, in tutti i canali di informazione non si fa altro che parlare delle operazioni militari che la Federazione Russa sta portando avanti contro i paesi della Nato.
Ora riavvolgiamo un attimo il nastro e torniamo indietro di circa quattro anni quando la guerra in Ucraina ha avuto inizio. Certamente ricorderete le incredibili filippiche che ci sono state propinate nel corso del tempo in merito all’efficacia delle sanzioni che stavamo via via applicando contro la Russia. Per chi volesse effettuare una rapida ricerca è sufficiente consultare un qualsiasi motore di ricerca sul web per risalire ai vari articoli che in quel periodo venivano letteralmente spammati su tutti i siti di informazione. Tralasciando quelli che annunciavano un’imminente morte di Putin o il collasso del sistema economico della Federazione Russa, non sarà difficile ritrovare quelli che descrivevano l’esercito russo come una macchina bellica a dir poco vetusta ed inefficiente, incapace di poter sostenere sul lungo periodo un conflitto su larga scala. Nel corso del tempo la narrazione dei media a poco a poco si è modificata, non nel senso del racconto della realtà, ma solo a favore della propaganda. La riprova di questa affermazione è che dopo quattro anni di informazioni approssimative, per non dire false, troviamo gli stessi canali di informazione che attribuiscono a quello stesso esercito non solo la capacità di aggirare le difese dei paesi occidentali, ma anche quella di poter sostenere un vero e proprio conflitto contro l’intero schieramento della Nato.
Basta osservare i titoli dei giornali o dei maggiori siti di informazione, che attribuiscono ai cattivi russi la responsabilità di continui atti di provocazione, volti o a destabilizzare l’alleanza atlantica o assaggiarne le capacità di risposta. Appare quantomeno curioso come tali testate riescono ad indicare con certezza le responsabilità del nemico in contesti in cui è notoriamente difficoltoso, se non impossibile, accertare la verità dei fatti. In questo senso appare emblematica la questione dei droni danesi, fin dal primo momento, neanche troppo velatamente, i fatti sono stati attribuiti ai russi, ovviamente senza fornire alcun tipo di prova o riscontro in tal senso. Quest’oggi apprendiamo incredibilmente che una nave russa avrebbe scorrazzato nelle acque del Nord Europa nell’assoluto anonimato, salvo poi essere incredibilmente rintracciata proprio quando faceva comodo. Ovviamente non va neanche dimenticata la questione dei droni polacchi indicati dal mainstream come strumenti di aggressione dei russi cattivi sin dal minuto uno, salvo poi far piombare la vicenda nell’oblio non appena sono emerse le prime contraddizioni.
È evidente ormai che, oltre alle guerre sul campo, vi è un conflitto che si combatte sul terreno dell’informazione e, ad oggi, l’unica vittima accertata è la verità.