All’Allianz Stadium, nella quinta giornata di Serie A, Juventus e Atalanta si dividono la posta con un pareggio che arride più agli ospiti con le ossa rotte che ai padroni di casa in evidente cerca di identità. È una partita fatta di ritmi altalenanti e intensità nei duelli, ma poca efficacia da parte bianconera nel perforare il blocco basso atalantino.
I bianconeri partono con grinta e prendono il controllo della partita, conquistando un possesso palla del 67%. La riaggressione alta si rivela efficace, la Dea non riesce a costruire e già dopo due minuti Kalulu sfiora il gol, colpendo un palo di testa dagli sviluppi di un calcio d’angolo.
Questo è solo il preludio di un tema che si svilupperà, amaramente per la Juve, lungo tutta la gara: ben 11 dei 24 tiri complessivi della Juve vengono da corner, punizioni o rimesse laterali. Da questi nasce buona parte dei loro 1.52 expected goals (xG). L’unico a creare qualche pericolo si rivela Cambiaso con un paio di conduzioni che disordinano la difesa nerazzurra costretta a collassare su di lui liberando Yildiz e Adzic
L’Atalanta, pur limitata da molte assenze, cresce nel corso del primo tempo e trova la rete della svolta proprio allo scadere della frazione iniziale. Kamaldeen Sulemana colpisce con un capolavoro personale da 0.6 xG: un dribbling secco a saltare due avversari e un diagonale potente sul palo lontano che lascia senza scampo Di Gregorio. L’errore di Adzic a centrocampo spalanca la strada al contropiede, punendo la Juve che fino a quel momento sembrava in controllo della gara.
La ripresa si apre con un copione simile, possesso sterile dei bianconeri: senza sovraccarichi laterali e con scarsi movimento davanti, la mancanza di idee è lampante, anche perché Openda e Vlahović non riescono a fare da riferimento concreto in attacco. La maggior parte dei tiri (9 su 12) arrivano solo dopo l’espulsione di De Roon al minuto 80.
Juan Cabal subentra al posto di Bremer e cambia il volto della partita: è lui a mettere in rete il gol del pareggio, con un tap-in da pochi passi, sfruttando una difesa atalantina che nel finale vacilla ma si regge ancora in piedi.
Nonostante il vantaggio numerico, la Juve non riesce a sfruttare appieno la superiorità: McKennie spreca l’occasione più limpida mandando un destro facile tra le braccia di Carnesecchi, protagonista di una prova importante per i bergamaschi. Alla fine il risultato si ferma sull’1-1, un punteggio che evidenzia un equilibrio tattico ma anche un’occasione persa per la squadra di casa, ancora alle prese con la difficoltà di trovare soluzioni offensive convincenti.
In classifica, i bianconeri restano secondi a quota 11 punti, dietro Napoli, mentre l’Atalanta si conferma solida quinta, pronta a sfruttare ogni minima distrazione degli avversari. Il pareggio non sposta nulla delle ambizioni bianconere sullo scudetto, e conferma che l’Atalanta, nonostante la partenza di Gasperini, ha una squadra in grado di restare nelle zone alte della classifica.