Un nuovo capitolo della complessa vicenda legata all’eredità di Gianni Agnelli si apre con un’inchiesta della procura di Roma sulla sparizione di tredici preziosi dipinti, tra cui opere di Monet, Picasso, De Chirico, Balla e Bacon. La Procura indaga per esportazione illecita di opere d’arte e ricettazione, in un’indagine che coinvolge anche una controversa disputa familiare.
Secondo quanto emerso, le opere – destinate a far parte dell’eredità dell’avvocato Agnelli – risultano mancare dalle ville di Villa Frescot e Villar Perosa a Torino e dalla residenza romana della famiglia. Nei caveau custoditi al Lingotto di Torino, le tele risultano essere soltanto copie, accrescendo il mistero sulla loro reale collocazione.
La contesa gira intorno a una disputa tra Margherita Agnelli, figlia dell’Avvocato, e i suoi tre figli, John, Lapo e Ginevra Elkann. Margherita sostiene che i dipinti siano spariti e accusa i figli di esserne responsabili, mentre i nipoti rivendicano la proprietà esclusiva dei quadri, ereditati dalla nonna Marella Caracciolo, negando che facessero parte del patrimonio da spartire.
L’inchiesta si concentra sull’ipotesi che le opere siano state trasferite illegalmente all’estero senza alcuna autorizzazione, alimentando sospetti di un traffico illecito di beni culturali. Nel frattempo, in assenza dei capolavori originali, la collezione pubblica della Pinacoteca Agnelli a Torino resta viva testimonianza della passione artistica dell’Avvocato, che lasciò un patrimonio valutato in miliardi.
La vicenda continua a tenere alta l’attenzione mediatica e giudiziaria, mentre la famiglia rimane divisa su una delle eredità artistiche più ricche e contese d’Italia.